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Gli studiosi della Bibbia sanno da tempo che non esistono racconti di testimoni autentici e i racconti degli evangelii che si trovano nella Bibbia furono scritti da persone che non lo conoscevano.
Molti anni dopo l'»Ascensione» di Gesù, centinaia di scritti su di lui iniziarono a circolare tra i primi cristiani e ognuno di essi raccontava una storia diversa; alcune di queste insegnamenti riflettono le credenze «apocalittiche» dei seguaci ebrei che stavano aspettando un messia per liberarli dalla feroce oppressione romana. Tuttavia, molti altri scrittori antichi compilarono «insegnamenti di saggezza» di Gesù perché sentivano che le sue insegnamenti, non la persona, erano la chiave per la salvezza.
In ogni caso, da quanto ho potuto ricercare tra le molte informazioni disponibili, quando si fa una revisione delle insegnamenti di Gesù alla luce delle scoperte quantistiche, possiamo vedere che la sua comprensione dell’universo andava molto oltre quella dei suoi contemporanei.
Non ci sono riferimenti biblici o documentali che suggeriscano che Gesù sia nato all’alba del 25 dicembre. La vita di Gesù non fu documentata dalle autorità romane né dagli storici dell’epoca: i ricordi che rimasero nei testimonianze orali del I secolo sono allegorici, simbolici, esemplificativi e non storici.
Per avvicinarsi alla vita di Gesù, bisogna differenziare tra il Gesù simbolico e quello storico.

Il Gesù storico potrebbe essere nato il 25 dicembre o in qualsiasi altra data, ma non è possibile saperlo con precisione e non ci sono indizi reali che lo suggeriscano all’interno della Bibbia.

Ciò che esiste, d’altra parte, sono indizi che permettono di pensare che non sia nato a dicembre. Ad esempio, nel Vangelo di Luca c’è un riferimento alla sua nascita: «Prima della nascita del messia, i pastori vegliavano mentre i loro greggi pascolavano».
Il problema geografico, evidente per chi conosce il clima in Palestina, è che i pastori non facevano veglie in inverno a causa delle basse temperature. Le pecore e i buoi venivano riparati durante dicembre e gennaio.
Un altro argomento per affermare che Gesù non nacque il 25 dicembre è che i censimenti romani, come quello ordinato da Augusto che costrinse Giuseppe e Maria a viaggiare, non avvenivano in inverno. Un censimento era una misura impopolare: era legata al pagamento delle tasse e al reclutamento.
Ricordava a una regione instabile come la Palestina il potere dei romani (A questa regione le attribuiscono allora diversi nomi: Canaan, Israele, Giudea, Terra Santa, Terra Promessa, Terra degli Ebrei). Quindi, è molto improbabile che si fosse presa la misura in pieno inverno, quando il maltempo rende difficile spostarsi verso le città di nascita.

La commemorazione liturgica del 25 dicembre non è legata al Gesù storico, né a quello biblico, ma alle religioni politeiste del Mediterraneo.

 

Mircea Eliade

Secondo lo storico delle religioni Mircea Eliade (13 marzo 1907 Bucarest, Romania / 22 aprile 1986 Chicago, Stati Uniti), «il 25 dicembre si commemorava la nascita di tutte le divinità solari orientali».
Allo stesso modo, quel giorno è il solstizio d’inverno e si commemoravano le feste saturnali a Roma, che rappresentavano il trionfo del sole sulle tenebre. Ciò che accadde fu che Gesù sostituì il Dio solare, che ogni anno sconfiggeva le tenebre.
A Roma coesistevano centinaia di tradizioni religiose del Mediterraneo. Iside, Set, Baal e Era erano dei popolari: erano venerati dalle classi sociali più basse fino agli imperatori.
Ad esempio, Commodo (185-192) si era iniziato ai Misteri di Iside e di Mitra. Tuttavia, tra tutti gli dei, il sole era stato uno dei più venerati da greci, romani, persiani ed egiziani. Costantino (272-337), prima di convertirsi al cristianesimo, seguiva il Sole Invictus e lo considerava il fondamento dell’impero.
La conversione del maggiore seguace del Sole Invictus al cristianesimo determinò la mescolanza di elementi solari nell’iconografia e nella liturgia cristiana.
Lactanzio, uno scrittore cristiano del IV secolo, sostiene che Costantino fu avvertito nei suoi sogni: doveva incidere sugli scudi il segno della croce prima di entrare in battaglia a Milvio.
Eusebio, vescovo di Cesarea, lo descrive in un altro modo: in mezzo alla battaglia, Costantino vide il segno della croce all’orizzonte e udì una voce che gli diceva: «Per essa vincerai». Di notte Cristo gli apparve e lo invitò a convertirsi.

EUSEBIO VESCOVO DI CESAREA (Naissus, 272 dC / 337 dC)

Da allora, il cristianesimo divenne la religione imperiale. I cristiani non sarebbero più stati perseguitati, accusati di ateismo, antropofagia, infanticidio e di praticare orge nelle chiese. Non sarebbero più stati costretti a sacrificare animali in onore degli dei romani.
Tuttavia, il pericolo maggiore che i cristiani affrontavano era più sottile e proveniva dall’interno: l’emergere delle eresie. All’interno della chiesa non c’era un canone; gli apostoli erano già morti e circolavano una serie di testi diversi e contraddittori, come il Vangelo di Tommaso, il Vangelo della Verità, il Vangelo del Pseudo Matteo, gli Atti di Pietro, gli Atti di Giovanni.

Tra le diverse interpretazioni ce ne erano alcune più radicali di altre.

Settanta anni dopo Cristo, ad esempio, Simone il Maggiore fu denunciato come il primo eretico dai cristiani. Simone considerava la sua compagna, Elena, una prostituta di un bordello a Tiro, l’incarnazione del pensiero di Dio e una reincarnazione di Elena di Troia.
Simone rifiutava i contenuti dell’Antico Testamento e riduceva il canone al Vangelo di Luca e alle epistole paoline.
Naturalmente, c’erano altre interpretazioni meno eccentriche. Ario, sacerdote di Alessandria, discusse il concetto della Trinità con profonde riflessioni filosofiche e avviò un’eresia molto popolare, l’arianesimo.

WALTER BAUER

Secondo il famoso teologo tedesco Walter Bauer (8 agosto 1877 Königsberg, Prussia / 17 novembre 1960 Gontinga, Germania), «il cristianesimo primitivo era molto complesso e ammetteva espressioni multiple e varie; persino le prime forme che adottò il cristianesimo si avvicinavano a quelle che, dopo un certo tempo, sarebbero state considerate eretiche».
Durante i primi anni, ci furono molte incorporazioni pagane; i cristiani influenzati dalle idee gnostiche e platoniche divisero l’uomo in due: uno psichico inferiore e uno spirituale superiore.
Da qui, l’idea cristiana di spogliarsi dell’uomo carnale per diventare puramente spirituale. Furono presi in prestito molti elementi da altre religioni; ad esempio, l’ascesa dell’anima a un mondo celeste si riscontra tra i mandei, gli egiziani e i persiani.
Il trionfo del cristianesimo a Roma comportò la fissazione di canoni e le altre interpretazioni divennero eretiche, ma implicò anche l’incorporazione di tradizioni religiose del Mediterraneo, scelte con maggiore ordine rispetto ai primi anni.
Con il trionfo si diede coerenza a correnti religiose contraddittorie. Secondo Mircea Eliade, «il Cristianesimo di Roma emerse come una concezione religiosa organizzata dalla ragione, segnata dal pensiero sistematico della filosofia greca e mescolata con elementi giuridici dell’ordine romano, carica di tratti religiosi pagani con origini antiche, come il Natale«.
* Traduzione in italiano di Antonella Corona
(Estratto dal mio libro)
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